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Quando l’INPS può chiedere la restituzione della pensione?

Non sempre una pensione erogata dall’INPS è definitiva e “intoccabile”. Esistono, infatti, situazioni in cui l’Istituto può richiedere la restituzione di somme che, per errore, sono state corrisposte al pensionato.

Ma quali sono i casi in cui il recupero dell’indebito è davvero legittimo?

E quali sono, invece, le tutele previste per chi ha percepito la pensione in buona fede, senza aver commesso alcun errore o illecito?

Facciamo chiarezza su questo tema molto delicato che coinvolge migliaia di pensionati ogni anno.

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Leggi anche l’articolo su come recuperare i contributi omessi!

Quando l’INPS può chiedere la restituzione della pensione?

Il principio generale deriva direttamente dal Codice Civile: se una persona riceve un pagamento non dovuto, deve restituirlo, come stabilito dall’articolo 2033 c.c..

Nel caso delle pensioni, la questione è più complessa. La pensione, infatti, non è un semplice pagamento: ha una funzione alimentare, serve cioè a garantire il sostentamento del pensionato.

Per questo motivo, nel tempo, la normativa ha introdotto regole particolari che limitano la possibilità dell’INPS di recuperare le somme già pagate.

La tutela del pensionato in buona fede

Secondo quanto previsto dalla legge, se l’errore è stato commesso dall’INPS e il pensionato ha agito in buona fede, l’Istituto non può pretendere la restituzione delle somme.

Questo vale soprattutto quando:

  • La pensione è stata liquidata con un provvedimento ufficiale e definitivo;
  • L’interessato non ha nascosto informazioni;
  • L’errore è esclusivamente imputabile all’INPS.

In pratica, chi ha sempre agito correttamente e ha percepito la pensione sulla base di atti regolari dell’Istituto, non deve temere richieste di rimborso.

Ci sono però situazioni in cui l’INPS è autorizzato a recuperare le somme. Questo avviene quando il pensionato ha agito con dolo, ovvero:

  • Ha nascosto intenzionalmente informazioni fondamentali
  • Ha fornito dichiarazioni false
  • Ha ingannato l’ente previdenziale

In questi casi, la legge non tutela il pensionato: se c’è dolo accertato, l’INPS ha diritto a recuperare integralmente gli importi versati.

Pensioni provvisorie: quando è necessario fare attenzione

Un’altra situazione in cui il recupero delle somme è possibile riguarda le pensioni liquidate in modo provvisorio. Capita infatti che, in attesa della definizione definitiva del trattamento pensionistico, l’INPS eroghi un importo provvisorio.

Quando, però, la liquidazione definitiva avviene a distanza di molti anni, la giurisprudenza tende a tutelare il pensionato, ritenendo che non sia corretto pretendere la restituzione dopo tanto tempo, soprattutto se l’errore è stato causato dall’inerzia dell’Istituto.

Anche per il recupero dell’indebito esiste un limite temporale. La legge stabilisce che l’INPS ha 10 anni di tempo per richiedere la restituzione delle somme, ma questo termine decorre dal momento in cui l’ente ha effettiva conoscenza dell’errore.

Se passano dieci anni senza che l’INPS agisca, il diritto al recupero si prescrive e non è più esercitabile.

Come avviene il recupero delle somme indebite?

Se l’INPS decide di procedere al recupero, deve rispettare un ordine preciso:

  1. Compensazione con eventuali arretrati;
  2. Rateizzazione e trattenute dirette sulla pensione in corso;
  3. Richiesta di pagamento diretto.

 

È importante sapere che l’INPS deve sempre valutare la situazione economica del pensionato e, se necessario, concedere piani di rientro lunghi e sostenibili (fino a 120 rate mensili).

Un’altra tutela importante riguarda l’aspetto fiscale. Le somme da restituire devono essere calcolate al netto delle ritenute fiscali già trattenute al pensionato.

Questo per evitare che chi restituisce l’indebito debba subire una doppia penalizzazione (restituzione dell’intero importo e successiva tassazione).

Un caso molto comune di indebiti, infine, riguarda le pensioni collegate al reddito (come l’assegno sociale o l’integrazione al minimo). Qui l’INPS è tenuto ad effettuare controlli annuali.

Se scopre che il reddito dichiarato non era corretto, può chiedere la restituzione delle somme.

Tuttavia, anche in questo caso ci sono dei limiti:

  • Il recupero deve avvenire entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla dichiarazione del reddito
  • O, se il reddito non era conosciuto, entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla scoperta

Trascorsi questi termini, l’INPS perde il diritto al recupero, salvo dolo del pensionato.

Il recupero degli indebiti pensionistici da parte dell’INPS è un tema che richiede particolare attenzione e che va sempre valutato caso per caso.

Se hai ricevuto una richiesta di rimborso da parte dell’INPS è fondamentale:

  • Verificare se si tratta di pensione provvisoria o definitiva
  • Controllare se è decorso il termine di prescrizione
  • Accertare l’assenza di dolo
  • Chiedere un piano di rateizzazione sostenibile

 

Hai bisogno di chiarimenti o vuoi sapere come difenderti da una richiesta di restituzione da parte dell’INPS?

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