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rendita vitalizia

Rendita vitalizia senza termine di prescrizione: come recuperare i contributi omessi

Rendita vitalizia: la Legge 203/2024 ha introdotto un’importante novità in materia di tutela previdenziale: i lavoratori possono ora richiederne la costituzione anche dopo la prescrizione dei contributi non versati dal datore di lavoro.

Questa modifica legislativa, analizzata nella Circolare INPS n. 48/2025, amplia significativamente i diritti dei lavoratori, offrendo un nuovo strumento per recuperare i periodi contributivi persi e garantire una maggiore sicurezza previdenziale.

Vediamo come funziona la rendita vitalizia, chi può beneficiarne e quali sono le nuove regole introdotte.

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Cos’è la rendita vitalizia e quali sono le novità?

La rendita vitalizia è un istituto che consente di riscattare periodi di contribuzione omessi, garantendo il riconoscimento dei contributi ai fini pensionistici.

Fino ad oggi, la rendita vitalizia poteva essere richiesta solo nei seguenti casi:

  • Dal datore di lavoro → per regolarizzare i contributi omessi e prescritti.
  • Dal lavoratore → in sostituzione del datore di lavoro, entro i termini di prescrizione previsti.

Il problema?

Se il lavoratore non agiva entro i termini di legge, perdeva definitivamente la possibilità di riscattare i contributi.

Cosa cambia con la Legge 203/2024?

  • Nuovo diritto esclusivo per il lavoratore: anche dopo la prescrizione dei termini, il lavoratore può richiedere la rendita vitalizia a proprie spese, senza alcun limite temporale.
  • Più flessibilità nel recupero dei contributi omessi: se il datore di lavoro non ha versato i contributi e il termine per la costituzione della rendita è scaduto, il lavoratore può comunque recuperare il periodo contributivo.

Come Funziona il Riscatto dei contributi omessi?

L’articolo 13 della Legge 1338/1962 disciplina la rendita vitalizia, e con la nuova riforma vengono introdotte tre diverse casistiche:

1️. Costituzione della rendita vitalizia da parte del datore di lavoro (art. 13, comma 1)

  • Il datore di lavoro può regolarizzare i contributi omessi, pagando il dovuto per i periodi prescritti.

2️. Costituzione della rendita vitalizia su richiesta del lavoratore in sostituzione del datore di lavoro (art. 13, comma 5)

  • Se il datore di lavoro non provvede, il lavoratore può sostituirsi e chiedere il riscatto contributivo.
  • Tuttavia, questa possibilità era limitata da un termine di prescrizione (10 anni dalla prescrizione dei contributi INPS).

3️. Nuova facoltà di riscatto senza prescrizione per il lavoratore (art. 13, comma 7)

  • Anche dopo la prescrizione dei contributi, il lavoratore può chiedere la costituzione della rendita vitalizia senza limiti temporali.
  • Il costo del riscatto è interamente a carico del lavoratore, che può comunque rivalersi sul datore di lavoro per il risarcimento.

Condizione per l’esercizio del diritto autonomo

Il nuovo diritto si attiva solo se sono scaduti i termini di prescrizione per il riscatto da parte del datore di lavoro o del lavoratore in sostituzione. In altre parole, devono essere trascorsi:

15 anni dall’obbligo contributivo (o 20 anni in caso di denuncia del lavoratore).

Ma attenzione: se il lavoratore ha già presentato ricorso o avviato un’azione legale, la prescrizione può essere interrotta, mantenendo attiva la possibilità di riscatto.

Quali sono le implicazioni pratiche della nuova normativa?

  1. Il diritto alla costituzione della rendita vitalizia diventa imprescrittibile
  • Il lavoratore può recuperare i periodi contributivi anche dopo la scadenza dei termini di prescrizione.
  • Questa possibilità non era prevista in passato ed elimina una delle principali criticità del sistema previdenziale.

2️. La richiesta della rendita vitalizia deve essere accompagnata da prove documentali

  • L’INPS non accetta richieste automatiche: il lavoratore deve dimostrare l’esistenza del rapporto di lavoro con documenti di data certa.
  • Senza prove concrete, la richiesta può essere respinta.

3️. Differenze tra le tre tipologie di richiesta

Tipologia di richiesta: regolarizzazione da parte del datore di lavoro

Chi può richiederla?Il datore di lavoro può regolarizzare i contributi omessi

Limiti di prescrizione: 10 anni dalla prescrizione dell’obbligo contributivo (in pratica, 15 o 20 anni dalla scadenza originaria del versamento)

Chi paga la rendita? Il datore di lavoro

 

Tipologia di richiesta:riscatto in sostituzione del datore (lavoratore)

Chi può richiederla? Il lavoratore può riscattare i contributi non versati dal datore di lavoro

Limiti di prescrizione: 10 anni dalla scadenza del credito contributivo

Chi paga la rendita? Il lavoratore

 

Tipologia di richiesta: nuova opzione autonoma (art. 13, comma 7)

Chi può richiederla? Il lavoratore può riscattare i contributi omessi anche senza il coinvolgimento del datore di lavoro

Limiti di prescrizione: Nessun limite di prescrizione

Chi paga la rendita? Il lavoratore

Impatto per i lavoratori iscritti alla Gestione Pubblica

Anche i lavoratori iscritti alla Gestione Pubblica possono avvalersi della nuova facoltà di riscatto dei contributi omessi. Tuttavia, per loro continuano ad applicarsi le specifiche regole di prescrizione previste per i contributi dovuti agli enti pubblici.

Cosa cambia?

  • Il termine di 10 anni decorre dalla data in cui i contributi sono divenuti definitivamente prescritti.
  • I lavoratori pubblici devono valutare attentamente le tempistiche per la richiesta della rendita vitalizia.

La modifica introdotta dalla Legge 203/2024 rappresenta una svolta importante per la tutela dei diritti previdenziali:

  • Possibilità di recuperare i contributi persi, senza limiti temporali
  • Maggiore sicurezza per i lavoratori in caso di omissioni contributive
  • Riduzione del rischio di perdere anni di contribuzione

 

Attenzione agli oneri economici: il costo della rendita vitalizia è a carico del lavoratore, ma offre la certezza di un riconoscimento previdenziale.

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