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Pensione di inabilità

Pensione di inabilità o accompagnamento 2024: è sicuro che posso lavorare?

Pensione di inabilità o accompagnamento: posso lavorare? Quando si parla di invalidità civile, assegno ordinario d’invalidità, pensione d’inabilità e accompagnamento, è naturale chiedersi se queste indennità siano compatibili con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Molte persone che hanno ottenuto un riconoscimento di invalidità si trovano ad affrontare dubbi sulla possibilità di lavorare senza perdere il diritto alle prestazioni assistenziali o previdenziali.

In questo articolo, esamineremo in dettaglio la compatibilità tra lavoro e le principali prestazioni per invalidità, analizzando le diverse tipologie di indennità e le regole specifiche che le regolano.

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Pensione di inabilità: assegno ordinario d’invalidità e lavoro

L’assegno ordinario d’invalidità spetta a coloro che hanno subito una riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo e che possono vantare almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati negli ultimi 5 anni. Questo assegno è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, ma esistono dei limiti al cumulo tra l’assegno e i redditi da lavoro.

In particolare, se il reddito annuo supera:

  • 4 volte il trattamento minimo (31.127,72 euro nel 2024), l’assegno è ridotto del 25%;
  • 5 volte il trattamento minimo (38.909,65 euro nel 2024), l’assegno è ridotto del 50%.

Una volta trasformato in pensione di vecchiaia, l’assegno diventa pienamente cumulabile con i redditi da lavoro, e non sono previsti limiti al cumulo per chi possiede almeno 40 anni di contributi. L’assegno ordinario d’invalidità non è compatibile con la NASPI, ma è possibile optare per l’indennità più favorevole.

Pensione d’invalidità civile e lavoro

La pensione d’invalidità civile, o assegno di assistenza, è una prestazione assistenziale riservata agli invalidi con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%.

A differenza delle prestazioni previdenziali, la pensione d’invalidità civile non è legata al versamento di contributi, ma allo stato di bisogno dell’invalido.

Pur essendo compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, per mantenere il diritto all’assegno è necessario rispettare precisi limiti di reddito.

Nel 2024, il limite di reddito personale annuo è fissato a 5.725,46 euro. Lo stato di disoccupazione, richiesto per ottenere l’assegno, può essere mantenuto anche se si lavora, a condizione che il reddito annuo non superi:

  • 8.500 euro per lavoro dipendente o parasubordinato;
  • 5.500 euro per lavoro autonomo.

Se si superano tali soglie, si perde il diritto alla pensione d’invalidità civile, ma non lo stato di disoccupazione.

Pensione d’inabilità e lavoro

La pensione d’inabilità ordinaria è riservata a coloro che si trovano in una condizione di impossibilità permanente e assoluta a svolgere qualsiasi attività lavorativa. In questo caso, la prestazione è incompatibile con qualsiasi forma di lavoro, sia dipendente che autonomo, e con l’iscrizione a ordini professionali.

Pensione di inabilità, indennità di accompagnamento e lavoro

L’indennità di accompagnamento è una prestazione destinata agli invalidi civili totali, ovvero coloro che sono riconosciuti incapaci di deambulare senza assistenza o di compiere gli atti quotidiani della vita. Nonostante le condizioni di salute gravi richieste per ottenerla, l’indennità di accompagnamento è compatibile con l’attività lavorativa. Questa compatibilità è garantita dal fatto che l’accompagnamento è legato all’autosufficienza e non alla capacità lavorativa.

Nel 2024, l’importo dell’indennità di accompagnamento è pari a 531,76 euro al mese (6.381,12 euro annui).

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