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Totalizzazione internazionale 2025: il caso della dott.ssa Eva  

La storia previdenziale della dott.ssa Eva è quella di molte persone che hanno studiato e lavorato all’estero, per poi costruire in Italia una carriera da collaboratrici e professioniste iscritte alla Gestione Separata.
Sulla carta, più di 20 anni di contribuzione complessiva tra Germania e Italia; nei fatti, una pensione pubblica che, se non pianificata, rischia di essere molto bassa. 

Da qui la richiesta a PrevidAge: capire quali pensioni potrà ottenere, quando, con quale importo e se convenga: 

  • riscattare i periodi di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) ante 1996; 
  • utilizzare o meno la totalizzazione internazionale con la Germania; 
  • valutare strumenti integrativi come la previdenza complementare

Totalizzazione internazionale: un profilo “misto” tra Germania e Gestione Separata

La dott.ssa Eva è nata nel 1961. La sua carriera contributiva inizia in Germania, dove accumula periodi di scuola superiore (Schulausbildung) coperti da contribuzione figurativa, un breve periodo di lavoro con contributi obbligatori (Pflichtbeitragszeit) , anni di università (Hochschulausbildung) anch’essi coperti figurativamente.

Complessivamente, i periodi tedeschi riconosciuti valgono 449 settimane, pari a 8 anni e 7 mesi di contribuzione (effettiva + figurativa).  Successivamente, trasferitasi stabilmente in Italia, la dott.ssa Lochmaier svolge attività professionali riconducibili alla Gestione Separata INPS, con 599 settimane accreditate, pari a 11 anni e 6 mesi di contributi.  Sommando i periodi esteri e quelli italiani, al 31 dicembre 2024 il quadro complessivo è 1.048 settimane, pari a 20 anni e 2 mesi di contribuzione, considerando la totalizzazione internazionale tra Italia e Germania. 

In più, il suo passato lavorativo comprende collaborazioni ante 1996, anni 1987, 1988, 1990 e 1992, per le quali esistono fatture: questi periodi, privi di copertura contributiva, sono potenzialmente riscattabili nella Gestione Separata.

Ti interessa l’argomento? Leggi questo articolo sulla Pensione 2025 in Italia!

Cosa chiede Eva: obiettivi dell’analisi previdenziale

  1. Quali trattamenti pensionistici può ottenere, con quali decorrenze e importi? 
  2. Come massimizzare l’importo della pensione, compatibilmente con la sua storia contributiva. 
  3. Se e quanto convenga riscattare i periodi di co.co.co. ante 1996 nella Gestione Separata.
  4. Come utilizzare la contribuzione estera (scuola e università in Germania) tramite totalizzazione internazionale e quale ruolo può giocare l’eventuale pensione tedesca nel raggiungimento dei requisiti italiani. 

Totalizzazione internazionale e “importi soglia”

Grazie alla totalizzazione internazionale prevista dal Reg. (CE) 883/2004, i contributi tedeschi e quelli italiani possono essere sommati per raggiungere il diritto a pensione in Italia (pensione anticipata contributiva e vecchiaia ordinaria). 

Ma nel sistema contributivo italiano non basta avere abbastanza anni di contributi: per alcune prestazioni è necessario superare un importo minimo di pensione (“importo soglia”). Per la pensione anticipata contributiva (art. 24 co. 11 DL 201/2011) servono 2,8 volte l’assegno sociale. Nel 2025, per una donna con un figlio come Eva, significa almeno 1.508,33 € lordi mensili. Per la pensione di vecchiaia ordinaria liquidata in Gestione Separata, invecem serve almeno 1 assegno sociale, cioè 538,69 € lordi mensili (valore 2025). 

La pensione italiana della dott.ssa, maturata nella sola Gestione Separata, non raggiunge da sola questi importi, nemmeno ipotizzando un riscatto dei periodi co.co.co., che aggiungerebbe circa 70 € lordi al mese.  L’unico modo per superarli è considerare anche la pensione tedesca, una volta liquidata. Ma finché l’importo effettivo della pensione estera non è noto, il diritto alle pensioni italiane in regime internazionale non può essere garantito.

Totalizzazione internazionale: tre tipologie di pensione possibili

L’analisi PrevidAge costruisce diversi scenari

Pensione anticipata contributiva: diritto “appeso” alla pensione tedesca 

Grazie ai 20 anni e 2 mesi di contribuzione complessiva (Italia + Germania), la dott.ssa maturerebbe, sul piano teorico, il diritto alla pensione anticipata contributiva con decorrenza 1° settembre 2025, in regime di totalizzazione internazionale. 

I calcoli sulla sola Gestione Separata dicono: montante contributivo rivalutato: 47.017,33 €, coefficiente di trasformazione all’età di decorrenza: 5,129%, pensione annua lorda: 2.411,52 €, pensione mensile lorda italiana: 185,50 €. 

È evidente che con 185,50 € lordi di pensione italiana, l’importo soglia di 1.508,33 € è lontanissimo e il diritto alla pensione anticipata esiste solo se la pensione tedesca colma la differenza, portando il totale (Italia + Germania) ad almeno 1.508,33 €. 

Il documento quantifica questo requisito: 

  • senza riscatto co.co.co., la pensione tedesca dovrebbe arrivare ad almeno 1.322,83 € lordi mensili; 
  • con riscatto co.co.co., basterebbero 1.258,46 € (grazie ai circa 64–70 € aggiuntivi riscattando i vecchi co.co.co.). 

Ma non sapendo oggi l’esatto importo della pensione tedesca, PrevidAge non può garantire il diritto: da qui la prudenza nel consigliare questa opzione come percorso “certo”. 

Vecchiaia ordinaria in totalizzazione: un assegno leggermente più alto, ma stesso problema 

Un secondo blocco di scenari riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria in Gestione Separata, sempre con totalizzazione internazionale con decorrenza teorica: 1° settembre 2028, requisito contributivo già soddisfatto con i 20 anni in Italia e Germania. Resta il problema dell’importo soglia: almeno 538,69 € lordi mensili (1 assegno sociale). 

Qui l’analisi distingue due casi: 

  1. a) Senza riscatto dei periodi co.co.co.

Si ipotizza che la dott.ssa Lochmaier continui a versare contributi in Gestione Separata fino al 2028, con reddito pari all’ultimo registrato: 

  • Montante contributivo futuro: 54.320 € 
  • Coefficiente di trasformazione: 5,608% 
  • Pensione annua lorda: 3.046,27 € 
  • Pensione mensile lorda italiana: 234,44 €. 

Affinché l’Italia le riconosca la vecchiaia in totalizzazione, la pensione tedesca dovrebbe essere almeno 304,36 € lordi mensili. 

  1. b) Con riscatto dei periodi co.co.co. ante 1996

Il riscatto dei periodi di collaborazione prima del 1996 ha un onere complessivo pari a 16.315,93 €, calcolato rivalutando nel tempo i compensi percepiti e applicando l’aliquota contributiva vigente alla Gestione Separata. 

Questo onere si traduce in: 

  • Montante da riscatto: 16.315,93 € 
  • Pensione annua lorda aggiuntiva: 914,44 € 
  • Pensione italiana mensile lorda complessiva: 304,83 € (234,44 + 70,38). 

In questo scenario, per raggiungere la soglia di 538,69 €, la pensione tedesca dovrebbe essere almeno 233,98 € lordi mensili. 

In sintesi: il riscatto co.co.co. riduce la pensione tedesca minima necessaria per avere la vecchiaia italiana, ma al prezzo di oltre 16.000 € di esborso, a fronte di un incremento stabile di circa 70 € lordi al mese. 

Vecchiaia contributiva autonoma: la soluzione “certa” ma tardiva 

L’unico scenario che non richiede né totalizzazione internazionale né importi soglia minimi è la pensione di vecchiaia contributiva (art. 24 co. 7 DL 201/2011), liquidata esclusivamente sulla contribuzione presente in Gestione Separata. 

In questo caso, ipotizzando la continuazione dei versamenti con un reddito pari all’ultimo disponibile: 

  • Decorrenza: 1° gennaio 2033 (71 anni di età) 
  • Montante contributivo: 64.744,45 € 
  • Coefficiente di trasformazione: 6,51% 
  • Pensione annua lorda: 4.214,86 € 
  • Pensione mensile lorda italiana: 324,22 €. 

Si tratta di un importo ancora contenuto, ma il diritto è certo, perché non è richiesto alcun importo soglia e la pensione potrà essere integrata, se ne ricorrono i presupposti reddituali, con l’“incremento al milione”, innalzando l’assegno sino a circa 747,84 € mensili.

“Incremento al milione”: anticipo grazie ai contributi tedeschi

Nel nostro caso, l’incremento al milione (la maggiorazione sociale che porta l’assegno fino a circa 747,84 € mensili) gioca un ruolo importante. 

La regola è questa: il requisito anagrafico standard è 70 anni, l’età può essere anticipata di 1 anno ogni 5 anni di contribuzione, fino a un massimo di 5 anni di anticipo per chi ha almeno 20 anni complessivi di contribuzione (Italia + estero) e la pensione è liquidata in regime internazionale, l’incremento può scattare già a 66 anni. 

Nel caso di Eva con 20 anni tra Italia e Germania, e una pensione italiana liquidata pro-rata in regime internazionale, l’età di accesso all’incremento si ridurrebbe a 66 anni; se invece si sceglie una pensione italiana senza totalizzazione (ad esempio la sola vecchiaia contributiva in Gestione Separata), contano solo i 10 anni italiani, e l’età si fermerebbe attorno ai 68 anni. 

Attenzione però: per ottenere l’incremento bisogna restare dentro stringenti limiti di reddito, e tra i redditi conteggiati rientrano anche: 

  • la pensione tedesca 
  • eventuali altri redditi (anche esenti o tassati separatamente). 

In pratica, la pensione tedesca è necessaria per raggiungere gli importi soglia che sbloccano alcune pensioni, ma potrebbe anche far superare i limiti reddituali che danno diritto all’incremento al milione. È un equilibrio delicato, che va valutato caso per caso.

Riscatto co.co.co.: strumento da usare con cautela

Il documento dedica un approfondimento specifico al riscatto dei periodi di collaborazione coordinata e continuativa ante 1996, previsto dall’art. 51 co. 2 L. 488/1999. 

Per la dott.ssa, il quadro è questo: redditi da co.co.co. nei vari anni (1987, 1988, 1990, 1992) rivalutati al 2025 con l’indice FOI, applicazione dell’aliquota contributiva vigente per la Gestione Separata, onere complessivo: 16.315,93 €, effetto sulla pensione: circa 70,38 € lordi al mese in più sulla vecchiaia ordinaria in totalizzazione 

La conclusione? 

Il riscatto co.co.co. non è lo strumento per “alzare” la pensione in modo sostanziale, ma può essere utile per anticipare l’accesso ad alcune prestazioni (se fa scattare un requisito contributivo)e per ridurre la pensione estera minima necessaria per raggiungere gli importi soglia in regime internazionale. 

Va valutato, quindi, non solo in termini di “quanto costa”, ma soprattutto in termini di quanto anticipo sulla decorrenza consente, quale differenza reale produce sull’assegno complessivo Italia + Germania, quanti anni di pensione saranno verosimilmente percepiti.

Il ruolo della previdenza complementare

Dato che la pensione pubblica italiana (anche nella forma più favorevole) rimane modesta, l’analisi PrevidAge suggerisce l’avvio di una posizione di previdenza complementare presso un Fondo aperto o un PIP. 

Simulando versamenti annui pari a 5.164 € (massimo deducibile) investiti in un comparto prevalentemente obbligazionario per un orizzonte che porta al 1° gennaio 2031 si ottiene: 

  • Montante finale: circa 26.805,85 € 
  • convertito interamente in rendita, darebbe una pensione complementare di circa 127 € lordi mensili 
  • in alternativa, potrebbe essere riscosso in capitale, beneficiando della tassazione agevolata (imposta sostitutiva al 15%, ulteriormente riducibile in base agli anni di partecipazione) 

In una situazione come quella della dott.ssa Lochmaier, dove la pensione pubblica rischia di stabilizzarsi su poche centinaia di euro, la previdenza complementare non è più un “di più”, ma un pezzo essenziale dell’equilibrio economico in età anziana. 

Dal nostro caso emergono almeno cinquedettagli che vale la pena sottolineare: 

  1. Carriere internazionali = grande complessità previdenziale
    Scuola e università all’estero, contributi figurativi, periodi di lavoro non coperti, Gestione Separata: senza un’analisi tecnica, è impossibile orientarsi tra diritti, importi soglia, totalizzazione e pro-rata. 
  1. Gli anni non bastano: contano gli importi
    Avere oltre 20 anni di contributi tra Italia e Germania non garantisce di per sé l’accesso a pensioni anticipate o di vecchiaia ordinaria: se la pensione italiana è bassa, si rischia di restare sotto le soglie minime richieste. 
  1. Il riscatto va pesato al centesimo
    Il riscatto co.co.co. ante 1996 è costoso e produce incrementi limitati. Va valutato in ottica strategica: serve a “sbloccare” un diritto prima? Quanto somma in più porterà ogni mese, e per quanti anni? 
  1. Incremento al milione: opportunità e trappola insieme
    La contribuzione estera aiuta ad anticipare l’età di accesso (da 70 a 66 anni), ma i redditi esteri, pensioni incluse, vengono conteggiati nei limiti reddituali: si rischia di perdere il beneficio proprio perché la pensione “totale” supera le soglie. 
  1. Previdenza complementare come leva decisiva
    Quando la pensione pubblica si attesta su 200–300 € lordi mensili, costruire un terzo pilastro è fondamentale per evitare un drammatico scarto di reddito tra vita lavorativa e pensione. 

Il lavoro di PrevidAge non si è limitato a elencare date e importi: costruisce una mappa di scenari possibili, chiarendo pro e contro di ogni scelta, totalizzare o no, riscattare o meno, insistere sulla Gestione Separata o potenziare la previdenza complementare. 

È l’esempio concreto di come, per chi ha una carriera internazionale e periodi frammentati, la pensione non sia un automatismo, ma una decisione da progettare, con numeri alla mano e una strategia coerente con i propri obiettivi di vita e di reddito. 

Guarda il video: https://youtu.be/2UIdlA8zP6w  

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