PREVIDAGE SRL
Sede legale
Corso Garibaldi, 49
20121 Milano (MI)
REA di Milano 2740204
CF e P.IVA 13733500964
Capitale sociale € 10.000
previdage@legalmail.it
Sedi operative
Via Larga, 8
20122 Milano (MI)
Piazza De Gasperi, 12/16
21047 Saronno (VA)
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La storia previdenziale della dott.ssa Eva è quella di molte persone che hanno studiato e lavorato all’estero, per poi costruire in Italia una carriera da collaboratrici e professioniste iscritte alla Gestione Separata.
Sulla carta, più di 20 anni di contribuzione complessiva tra Germania e Italia; nei fatti, una pensione pubblica che, se non pianificata, rischia di essere molto bassa.
Da qui la richiesta a PrevidAge: capire quali pensioni potrà ottenere, quando, con quale importo e se convenga:
La dott.ssa Eva è nata nel 1961. La sua carriera contributiva inizia in Germania, dove accumula periodi di scuola superiore (Schulausbildung) coperti da contribuzione figurativa, un breve periodo di lavoro con contributi obbligatori (Pflichtbeitragszeit) , anni di università (Hochschulausbildung) anch’essi coperti figurativamente.
Complessivamente, i periodi tedeschi riconosciuti valgono 449 settimane, pari a 8 anni e 7 mesi di contribuzione (effettiva + figurativa). Successivamente, trasferitasi stabilmente in Italia, la dott.ssa Lochmaier svolge attività professionali riconducibili alla Gestione Separata INPS, con 599 settimane accreditate, pari a 11 anni e 6 mesi di contributi. Sommando i periodi esteri e quelli italiani, al 31 dicembre 2024 il quadro complessivo è 1.048 settimane, pari a 20 anni e 2 mesi di contribuzione, considerando la totalizzazione internazionale tra Italia e Germania.
In più, il suo passato lavorativo comprende collaborazioni ante 1996, anni 1987, 1988, 1990 e 1992, per le quali esistono fatture: questi periodi, privi di copertura contributiva, sono potenzialmente riscattabili nella Gestione Separata.
Ti interessa l’argomento? Leggi questo articolo sulla Pensione 2025 in Italia!
Grazie alla totalizzazione internazionale prevista dal Reg. (CE) 883/2004, i contributi tedeschi e quelli italiani possono essere sommati per raggiungere il diritto a pensione in Italia (pensione anticipata contributiva e vecchiaia ordinaria).
Ma nel sistema contributivo italiano non basta avere abbastanza anni di contributi: per alcune prestazioni è necessario superare un importo minimo di pensione (“importo soglia”). Per la pensione anticipata contributiva (art. 24 co. 11 DL 201/2011) servono 2,8 volte l’assegno sociale. Nel 2025, per una donna con un figlio come Eva, significa almeno 1.508,33 € lordi mensili. Per la pensione di vecchiaia ordinaria liquidata in Gestione Separata, invecem serve almeno 1 assegno sociale, cioè 538,69 € lordi mensili (valore 2025).
La pensione italiana della dott.ssa, maturata nella sola Gestione Separata, non raggiunge da sola questi importi, nemmeno ipotizzando un riscatto dei periodi co.co.co., che aggiungerebbe circa 70 € lordi al mese. L’unico modo per superarli è considerare anche la pensione tedesca, una volta liquidata. Ma finché l’importo effettivo della pensione estera non è noto, il diritto alle pensioni italiane in regime internazionale non può essere garantito.
L’analisi PrevidAge costruisce diversi scenari
Grazie ai 20 anni e 2 mesi di contribuzione complessiva (Italia + Germania), la dott.ssa maturerebbe, sul piano teorico, il diritto alla pensione anticipata contributiva con decorrenza 1° settembre 2025, in regime di totalizzazione internazionale.
I calcoli sulla sola Gestione Separata dicono: montante contributivo rivalutato: 47.017,33 €, coefficiente di trasformazione all’età di decorrenza: 5,129%, pensione annua lorda: 2.411,52 €, pensione mensile lorda italiana: 185,50 €.
È evidente che con 185,50 € lordi di pensione italiana, l’importo soglia di 1.508,33 € è lontanissimo e il diritto alla pensione anticipata esiste solo se la pensione tedesca colma la differenza, portando il totale (Italia + Germania) ad almeno 1.508,33 €.
Il documento quantifica questo requisito:
Ma non sapendo oggi l’esatto importo della pensione tedesca, PrevidAge non può garantire il diritto: da qui la prudenza nel consigliare questa opzione come percorso “certo”.
Un secondo blocco di scenari riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria in Gestione Separata, sempre con totalizzazione internazionale con decorrenza teorica: 1° settembre 2028, requisito contributivo già soddisfatto con i 20 anni in Italia e Germania. Resta il problema dell’importo soglia: almeno 538,69 € lordi mensili (1 assegno sociale).
Qui l’analisi distingue due casi:
Si ipotizza che la dott.ssa Lochmaier continui a versare contributi in Gestione Separata fino al 2028, con reddito pari all’ultimo registrato:
Affinché l’Italia le riconosca la vecchiaia in totalizzazione, la pensione tedesca dovrebbe essere almeno 304,36 € lordi mensili.
Il riscatto dei periodi di collaborazione prima del 1996 ha un onere complessivo pari a 16.315,93 €, calcolato rivalutando nel tempo i compensi percepiti e applicando l’aliquota contributiva vigente alla Gestione Separata.
Questo onere si traduce in:
In questo scenario, per raggiungere la soglia di 538,69 €, la pensione tedesca dovrebbe essere almeno 233,98 € lordi mensili.
In sintesi: il riscatto co.co.co. riduce la pensione tedesca minima necessaria per avere la vecchiaia italiana, ma al prezzo di oltre 16.000 € di esborso, a fronte di un incremento stabile di circa 70 € lordi al mese.
L’unico scenario che non richiede né totalizzazione internazionale né importi soglia minimi è la pensione di vecchiaia contributiva (art. 24 co. 7 DL 201/2011), liquidata esclusivamente sulla contribuzione presente in Gestione Separata.
In questo caso, ipotizzando la continuazione dei versamenti con un reddito pari all’ultimo disponibile:
Si tratta di un importo ancora contenuto, ma il diritto è certo, perché non è richiesto alcun importo soglia e la pensione potrà essere integrata, se ne ricorrono i presupposti reddituali, con l’“incremento al milione”, innalzando l’assegno sino a circa 747,84 € mensili.
Nel nostro caso, l’incremento al milione (la maggiorazione sociale che porta l’assegno fino a circa 747,84 € mensili) gioca un ruolo importante.
La regola è questa: il requisito anagrafico standard è 70 anni, l’età può essere anticipata di 1 anno ogni 5 anni di contribuzione, fino a un massimo di 5 anni di anticipo per chi ha almeno 20 anni complessivi di contribuzione (Italia + estero) e la pensione è liquidata in regime internazionale, l’incremento può scattare già a 66 anni.
Nel caso di Eva con 20 anni tra Italia e Germania, e una pensione italiana liquidata pro-rata in regime internazionale, l’età di accesso all’incremento si ridurrebbe a 66 anni; se invece si sceglie una pensione italiana senza totalizzazione (ad esempio la sola vecchiaia contributiva in Gestione Separata), contano solo i 10 anni italiani, e l’età si fermerebbe attorno ai 68 anni.
Attenzione però: per ottenere l’incremento bisogna restare dentro stringenti limiti di reddito, e tra i redditi conteggiati rientrano anche:
In pratica, la pensione tedesca è necessaria per raggiungere gli importi soglia che sbloccano alcune pensioni, ma potrebbe anche far superare i limiti reddituali che danno diritto all’incremento al milione. È un equilibrio delicato, che va valutato caso per caso.
Il documento dedica un approfondimento specifico al riscatto dei periodi di collaborazione coordinata e continuativa ante 1996, previsto dall’art. 51 co. 2 L. 488/1999.
Per la dott.ssa, il quadro è questo: redditi da co.co.co. nei vari anni (1987, 1988, 1990, 1992) rivalutati al 2025 con l’indice FOI, applicazione dell’aliquota contributiva vigente per la Gestione Separata, onere complessivo: 16.315,93 €, effetto sulla pensione: circa 70,38 € lordi al mese in più sulla vecchiaia ordinaria in totalizzazione
La conclusione?
Il riscatto co.co.co. non è lo strumento per “alzare” la pensione in modo sostanziale, ma può essere utile per anticipare l’accesso ad alcune prestazioni (se fa scattare un requisito contributivo)e per ridurre la pensione estera minima necessaria per raggiungere gli importi soglia in regime internazionale.
Va valutato, quindi, non solo in termini di “quanto costa”, ma soprattutto in termini di quanto anticipo sulla decorrenza consente, quale differenza reale produce sull’assegno complessivo Italia + Germania, quanti anni di pensione saranno verosimilmente percepiti.
Dato che la pensione pubblica italiana (anche nella forma più favorevole) rimane modesta, l’analisi PrevidAge suggerisce l’avvio di una posizione di previdenza complementare presso un Fondo aperto o un PIP.
Simulando versamenti annui pari a 5.164 € (massimo deducibile) investiti in un comparto prevalentemente obbligazionario per un orizzonte che porta al 1° gennaio 2031 si ottiene:
In una situazione come quella della dott.ssa Lochmaier, dove la pensione pubblica rischia di stabilizzarsi su poche centinaia di euro, la previdenza complementare non è più un “di più”, ma un pezzo essenziale dell’equilibrio economico in età anziana.
Dal nostro caso emergono almeno cinquedettagli che vale la pena sottolineare:
Il lavoro di PrevidAge non si è limitato a elencare date e importi: costruisce una mappa di scenari possibili, chiarendo pro e contro di ogni scelta, totalizzare o no, riscattare o meno, insistere sulla Gestione Separata o potenziare la previdenza complementare.
È l’esempio concreto di come, per chi ha una carriera internazionale e periodi frammentati, la pensione non sia un automatismo, ma una decisione da progettare, con numeri alla mano e una strategia coerente con i propri obiettivi di vita e di reddito.
Guarda il video: https://youtu.be/2UIdlA8zP6w
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Il nostro team di esperti sarà a tua disposizione per risolvere ogni tuo dubbio o problema sulla tua situazione pensionistica!