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Contratti part-time: il diritto alla pensione per questi lavoratori, specialmente per quelli che operano nelle forme verticale o ciclico, è stato oggetto di diversi chiarimenti e novità negli ultimi anni.

In particolare, la Legge di Bilancio 2021 ha apportato modifiche significative riguardo all’accreditamento dei contributi pensionistici per questi lavoratori, risolvendo alcune delle problematiche che si erano presentate in passato.

Contratto part-time: il problema della contribuzione

Prima delle modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021, i lavoratori a part-time verticale o ciclico erano penalizzati ai fini della maturazione dei contributi utili per la pensione in quanto questo contratto si caratterizza per l’alternanza tra periodi di lavoro e periodi di non attività all’interno dello stesso anno.

Fino al 2021 la normativa in vigore non permetteva il riconoscimento delle settimane non lavorate ai fini del calcolo contributivo. Il Decreto Legge 463/1983, infatti, prevedeva che le settimane utili per la pensione fossero solo quelle effettivamente retribuite. Questo comportava una perdita di settimane contributive per i lavoratori con contratti di part-time verticale o ciclico e riduceva la loro anzianità contributiva allontanando di conseguenza il momento della pensione.

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Contratto part-time: la svolta con la Legge di Bilancio 2021

La Legge di Bilancio 2021, con l’articolo 1 comma 350, ha introdotto una misura che finalmente riconosce l’utilità ai fini pensionistici anche per le settimane non lavorate dai dipendenti in part-time verticale o ciclico. Questo significa che i periodi di non lavoro vengono considerati validi per il calcolo dell’anzianità contributiva.

L’INPS ha fornito importanti chiarimenti su questa disposizione tramite la circolare 74/2021 e il messaggio 2162/2021, specificando che il nuovo meccanismo consente di riconoscere i contributi anche per i periodi non lavorati in modo da rendere meno penalizzante il lavoro part-time.

Contratto part-time: riconoscimento dei periodi di lavoro pregressi

La nuova normativa non si applica solo ai rapporti di lavoro attuali, ma estende il riconoscimento dei contributi anche ai rapporti di lavoro a part-time verticale o ciclico cessati prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2021. In questo caso, i lavoratori possono presentare una domanda di accredito per ottenere il riconoscimento delle settimane non lavorate.

La domanda può essere presentata tramite PEC o utilizzando il servizio online di segnalazione contributiva dell’INPS, conosciuto come FASE. Per ottenere il riconoscimento, è necessario fornire la documentazione richiesta, che può includere:

  • Attestazione del datore di lavoro, compilata secondo il modello allegato alla circolare 74/2021.
  • Dichiarazione sostitutiva o autocertificazione se l’azienda è cessata.

Se il lavoratore ha avuto più rapporti di lavoro in part-time, deve presentare un modello di certificazione per ciascun datore di lavoro. Il diritto al riconoscimento di questi periodi segue la prescrizione decennale, che decorre dal 1° gennaio 2021, data di entrata in vigore della nuova normativa.

Part-time orizzontale e diritto a pensione

La situazione per i lavoratori a part-time orizzontale è diversa.

In questo caso, il lavoratore presta la propria attività ogni giorno, anche se con un orario ridotto rispetto al tempo pieno.

In ogni caso, anche per i lavoratori con contratto part-time orizzontale esiste un minimale retributivo che deve essere rispettato affinché l’intero anno di lavoro sia considerato valido ai fini della pensione.

Il DL 463/1983 prevede che la retribuzione giornaliera minima per i lavoratori dipendenti sia pari al 9,50% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del FPLD, Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Se la retribuzione effettiva è inferiore a questo importo, i contributi vengono calcolati sulla base del minimale retributivo e non sull’effettivo salario percepito.

Per il 2024, la retribuzione minima giornaliera è fissata a 56,87 euro. Questo significa che se il lavoratore a part-time orizzontale non raggiunge questa soglia, l’INPS accredita meno settimane rispetto a quelle lavorate, riducendo così l’anzianità contributiva.

Ecocert e verifiche contributive

Per evitare errori o omissioni nell’accreditamento dei contributi, i lavoratori possono richiedere all’INPS un documento specifico chiamato Ecocert, Estratto Conto Certificativo, che fornisce una panoramica dettagliata e certificata della propria posizione contributiva. Questo documento ha valore legale e può essere richiesto in qualsiasi momento dal lavoratore per verificare i contributi effettivamente accreditati.

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