RITA

Con la RITA vai in pensione a 62 anni (se pianifichi bene)

Negli ultimi anni le vie di pensione anticipata nella previdenza obbligatoria si sono fatte più incerte: misure “sperimentali” prorogate di anno in anno, requisiti stringenti o penalizzazioni sull’importo. In questo scenario, chi ha aderito (o intende aderire) alla previdenza complementare può usare uno strumento diverso: RITA – Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che consente di anticipare il reddito pensionistico fino a 5 anni (e in alcuni casi fino a 10), accompagnando l’uscita dal lavoro con un flusso programmato, senza toccare l’INPS.

In due righe: RITA è un’erogazione periodica del capitale accumulato nel fondo pensione, non una “pensione” in senso tecnico. Può partire a 62 anni (5 anni prima dei 67) in caso di cessazione dell’attività; a 57 anni se l’inoccupazione supera 24 mesi.

Come funziona davvero la RITA

  • Che cos’è: un assegno erogato con periodicità non superiore al trimestre (tipicamente trimestrale) fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Non è un nuovo diritto INPS: è l’uso frazionato del tuo montante nel fondo.
  • Durata massima: 5 anni (es. da 62 a 67). Fino a 10 anni se sei inoccupato da oltre 24 mesi (es. da 57 a 67).
  • Cosa scegli tu: quanta parte del montante destinare a RITA (100% o parziale) e quindi l’importo della rata (dipende dal capitale usato e dai trimestri residui). Se scegli il 100%, al compimento dei 67 anni non resterà capitale residuo per la pensione complementare; per questo è spesso sensato un uso parziale.

Regola pratica di calcolo semplificata

Rata trimestraleMontante destinato a RITA / n° trimestri fino ai 67 anni

Esempio: partenza a 62 anni → 20 trimestri; partenza a 57 anni (disoccupazione >24 mesi) → 40 trimestri.

Esempi numerici indicativi

  • Versamenti costanti e capienza fiscale piena

Aderente con 20 anni di versamenti pari al massimo deducibile (5.164 €/anno), comparto bilanciato e rendimenti medi, può ritrovarsi un montante ~120.000 €. Con RITA al 100% da 62 anni, la rata è circa 6.000 € a trimestre (~2.000 €/mese). La tassazione applicata alle prestazioni dei fondi è agevolata e decresce con l’anzianità: dopo 20 anni, nell’esempio, ~13,5%.

  • Versamenti più leggeri + devoluzione TFR

In un fondo negoziale, una quota la versa l’azienda e il TFR può essere destinato al fondo: così il contributo “di tasca propria” scende (o, mantenendolo, aumenta RITA o si preserva capitale per la rendita a 67 anni).

  • Iscrizione precoce, importi contenuti

Con 2.000 €/anno per 30 anni (comparto azionario prevalente), si può ipotizzare una RITA >1.300 €/mese da 62 anni. Con sola devoluzione del TFR (RAL 30.000 €/anno per 30 anni), RITA può superare 1.450 €/mese. Sono simulazioni puramente esemplificative per visualizzare gli ordini di grandezza.

Vantaggi fiscali e perché contano

Le prestazioni della previdenza complementare godono di aliquote agevolate che scendono dal 15% fino al 9% al crescere degli anni di partecipazione; è uno dei motivi per cui usare il fondo come “ponte” può risultare più efficiente del solo TFR in azienda, che sconta la tassazione separata.

Quando la RITA conviene e quando no

Pro 

  • Vuoi anticipare l’uscita senza affrontare i vincoli/penalizzazioni dei canali INPS.
  • Desideri stabilizzare il reddito negli anni-ponte (62–67 o 57–67).
  • Vuoi sfruttare la fiscalità agevolata della complementare.

Contro

  • Usare il 100% del montante esaurisce il capitale per la rendita complementare dopo i 67: valuta l’uso parziale.
  • Pianifica orizzonte, rischio e comparto (garantito/obbligazionario/bilanciato/azionario) in coerenza con l’età e l’uscita attesa.

Come prepararsi

  1. Ricostruisci il montante (versamenti + rendimenti, al netto dei costi) e verifica anzianità di adesione.
  2. Definisci la quota di capitale da destinare a RITA (100% o parziale) in funzione del reddito target e della durata.
  3. Scegli il comparto coerente con l’orizzonte residuo e valuta eventuali ribilanciamenti.
  4. Simula il fisco: agevolazioni in uscita vs tassazione separata del TFR in azienda.
  5. Integra altre fonti (liquidità, TFR, eventuali rendite) per un ponte sostenibile fino ai 67.

Errori da evitare

  • Confondere la RITA con una “nuova pensione”: è capitale tuo frazionato. Se lo esaurisci, finisce.
  • Non considerare l’opzione parziale: può lasciare residuo per la rendita a 67 anni.
  • Rimandare l’adesione: l’anzianità conta anche per la fiscalità in uscita.

Ti interessa l’argomento?

Leggi anche l’articolo su come cambierà l’età pensionabile a partire dal 2027

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